Storie e leggende del Ponte Carlo, uno dei luoghi simbolo della capitale boema.
Il Ponte Carlo, col suo indiscutibile fascino gotico e misterioso, è senza ombra di dubbio il monumento più visitato della città di Praga.
Si tratta di un antico ponte in pietra risalente al 1357, lungo 515,76 metri e largo 9,50 metri, che attraversa la Moldava collegando le sponde della Città Vecchia e del quartiere di Malá Strana.
Il nome fa riferimento al re di Boemia e imperatore del Sacro Romano Impero Carlo IV il quale ne commissionò la costruzione all’architetto tedesco Peter Parleř.
Nonostante oggi sia il Ponte Carlo sia il ponte più antico di Praga, non fu il primo a collegare i due quartieri storici della città.
Alcune antiche testimonianze parlano di un ponte in legno vessato dalle continue esondazioni del fiume, motivo per il quale si fece sempre più pressante la necessità di costruire un ponte che potesse resistere più a lungo alla forza distruttrice della Moldava.
Il re Vladislao II, nel 1172, fece quindi costruire un ponte in pietra che venne intitolato a sua moglie Giuditta, ma anch’esso fu sopraffatto dal fiume e fu distrutto da un’inondazione nel 1342.
Ci vollero ben 15 anni affinché venisse presa la decisione di ricostruire un collegamento tra le due aree della città e fu proprio Carlo IV a farsene carico.
I lavori di costruzione iniziarono il 9 luglio del 1357 alle ore 5:31 del mattino, con la posa cerimoniale della prima pietra proprio per mano dell’imperatore Carlo IV. La data e l’orario non sono ovviamente casuali, ma pare che furono suggeriti al re da non ben precisati astrologi di corte per via delle proprietà mistiche ed esoteriche insite nella sequenza numerica che compone data e orario, ovvero: 1357 (anno) 9 (giorno) 7 (mese di luglio) 531 (orario). 1-3-5-7-9-7-5-3-1.
Si tratta di una sequenza palindroma con fase ascendente e discendente, la quale avrebbe dovuto garantire al ponte proprietà magiche che lo avrebbero preservato da danni e distruzioni di vario genere.
Tuttavia, questa fantasiosa ipotesi è da considerarsi pura finzione. Fu l’astronomo boemo Zdeněk Horský nel 1979 ad avanzare questa teoria sulla base delle sue ricerche, senza tener conto che all’epoca della costruzione del ponte si utilizzava ancora il calendario giuliano, che i mesi erano dunque numerati differentemente e che i numeri utilizzati erano ancora quelli romani, per tanto la sequenza riportata al calendario dell’epoca non avrebbe nessuna delle proprietà descritte da Horský. In più c’è da considerare che il conteggio dei minuti nel sistema di misurazione oraria fu introdotto solo successivamente.
Ciononostante oggi è generalmente accettata l’ipotesi di Horský più come data simbolica che storicamente veritiera data anche l’impossibilità nel reperire informazioni più accurate a riguardo.
Il Ponte Carlo fu terminato nel 1402 e inizialmente era chiamato semplicemente Ponte di Pietra o Ponte di Praga, essendo all’epoca l’unico in città, fino al 1870, quando fu intitolato a Carlo IV.
Il ponte è caratterizzato da due torri: la Torre di Malá Strana (Malostranská mostecká věž) e la Torre della Città Vecchia (Staroměstská mostecká věž), rispettivamente sui lati degli omonimi quartieri. Si tratta di due imponenti torri d’accesso riccamente decorate. In particolare si distingue la porta della torre della Città Vecchia, considerato uno dei più bei portali gotici al mondo e sovrastato dalle sculture raffiguranti San Vito tra Carlo IV e il figlio ed erede al trono Venceslao IV.
Sul lato di Malá Strana, vicino all’omonima torre, si erge una torre più bassa chiamata Torre Giuditta, unica struttura esistente appartenente al precedente ponte.
Su entrambi i parapetti del Ponte Carlo si trovano inoltre 30 statue e gruppi scultorei commissionati dai gesuiti in seguito alla Guerra dei Trent’Anni come celebrazione dei santi.
La più antica è la statua di S. Giovanni Nepomuceno risalente al 1683, mentre la più recente è il gruppo dei Santi Cirillo e Metodio risalente al 1928.
Si tratta però di copie delle statue originali, le quali sono conservate nel lapidario del Museo Nazionale e nella sala del Gorlice a Vyšehrad.
La statua in bronzo di S. Giovanni Nepomuceno è particolarmente conosciuta dai turisti. Si dice che toccando i rilievi alla basa della statua si possa ottenere fortuna o esprimere desideri, ma ci dispiace deludervi: si tratta di una tradizione esclusivamente turistica e che non è riportata in nessuna fonte tradizionale boema.
Tuttavia è innegabile che la figura del santo ricopra un ruolo importante nella storia del ponte. Giovanni Nepomuceno era infatti vicario generale dell’arcivescovo di Praga Jan di Jenštejn e confessore della regina Sofia, moglie di Venceslao IV.
Pare che il re, sospettando un tradimento da parte della moglie, chiese al prete un resoconto delle confessioni della regina, ma Giovanni, rispettoso del segreto del confessionale, non rivelò nulla, preferendo l’esecuzione e il martirio al tradimento del sacro voto. Gli fu quindi tagliata la lingua e fu gettato dal Ponte Carlo nel 1393. Poco dopo, nelle acque del fiume, furono avvistate 5 piccole stelle che segnarono il punto nel quale era affondato il corpo del Santo, consentendo così il suo recupero.
Le 5 stelle sono oggi l’attributo di San Giovanni Nepomuceno e sono in genere riportate attorno alla sua aureola.
Una ringhiera in ferro battuto con un rilievo raffigurante il santo segna il punto dal quale fu gettato il corpo di Giovanni Nepomuceno.
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